lunes, 9 de diciembre de 2013

MISTIUM (7)

Mistium

Estimados amigos:

El número 7 de la Revista de Arte Multidisciplinar MISTIUM correspondiente al mes de diciembre ya está publicado. Como siempre, en este magazín encontraréis literatura, pintura, fotografía, etc. Además, podréis leer los diferentes saludas de las diversas delegaciones de Mistium.

La revista la podéis leer y/o descargar en la web oficial de la Asociación de Arte Multidisciplinar MISTIUM o a través de issuu.

La Asociación de Arte Multidisciplinar MISTIUM es una entidad llena de creación que está abierta a todos cuantos tengáis algo que expresar y compartir con los demás. Os animo a que visitéis la web del Grupo y, tal vez, alguno de vosotros se anime a sumarse a este novedoso proyecto cultural.

Un saludo,

Héctor Castro

lunes, 2 de diciembre de 2013

Intervista all'artista Giuseppe Carnevale

giuseppe carnevale
Giuseppe Carnevale.

Giuseppe Carnevale,
Laureato in Belle Arti, artista e promotore/organizzatore di eventi culturali legati all’arte, e in particolare con l’arte italiano.

Giuseppe Carnevale ha una laurea in Belle Arti presso la Scuola di Belle Arti di Bari (Puglia). Sono due anni e mezzo in Spagna, in particolare nella città di Lleida. Lui è un promotore/organizzatore di eventi culturali legati all'arte, in particolare, con l'arte italiano. Carnevale agisce come Arte & Evento, che è la sua azienda, fondata nel 2005. Prima di stabilirsi in Spagna, ha trascorso tre anni nella città greca di Salonicco, dove ha lavorato nel campo della creatività, nel settore della moda. Carnevale ha una chiara convinzione: "L'arte è universale, tutti dovrebbero essere in grado di goderlo”. Questo imprenditore italiano è stato in grado di creare, intorno alle mostre che lui organizza, entusiasmo e uno stato emotivo che generano curiosità per la cultura e l’arte italiane nel nel mondo. Recentemente, Giuseppe Carnevale, insieme con il presidente della Asssociació Arts de Ponent de Lleida, Rafael Borlansa, hanno creato un progetto chiamato Artestta e ch'è destinato allo scambio e la promozione di artisti di Lerida (Lleida) in Italia e viceversa.

Intervista a Giuseppe Carnevale, per Héctor Castro

Buonasera.

Buonasera a Lei.

1. Perchè ha scelto di venire a Lerida (Lleida)?

La scelta di venire a Lerida risale all'invito fattomi da una associazione culturale, "Arts de Ponent", dall'amico Rafael Borlansa, che rappresenta questo gruppo di artisti a Lerida, che voleva rilanciare la loro sala espositiva con una serie di mostre internazionali.


2. Come nasce "Arte & Evento by Giuseppe Carnevale"?

Arte & Evento nasce esattamente come il suo nome, con l'idea che l'arte fosse uno spettacolo e in quanto spettacolo creare un evento in maniera che le esposizioni d'arte racchiudessero una serie di caratteristiche come la mediaticità, la publicità in modo da incuriosire il visitatore.


3. Come si define a se stesso?

Instancabilmente positivo, credo malgrado i tempi di grande incertezza umana e dei valori, nelle risorse della gente che incontro, e questo per me rappresenta la certezza che ogni giorno è una riscoperta di senzazioni e di emozioni.


4. Lei ha sempre sostenuto che l'arte dovrebbe essere accessibile a tutti...

Sí, credo che l'arte e le esposizioni dovrebbero essere sempre accessibili a tutti senza distionzioni di ceto sociale, ma soprattutto per far si che le mostre d'arte siano accessibili dovremmo cambiare il modo di presentarle, più vicine alla gente, più semplici nella cominicazione, e più di ogni altra cosa che il visitante si senta al centro dell'evento condividendo l'idea di partecipare ad un momento piacevole di vita.


5. Nel campo dell'arte cosa le interessa di più?

Prediligo la pittura maggiormente e la scultura, anche perchè sono le materie che mi hanno accompagnato nel corso dei miei studi. Forse è una questione di odori...


6. Di recente ha portato a Lerida una esposizione di artisti toscani titolata "La Pittura Romantica della Toscana", e da pochi giorni si è concluso l'ultimo dei suoi eventi, il concorso di pittura organizzato a la popolazione leridese di Sucs. Quali sono le sue valutazioni di questi eventi?

Credo di poter dire assolutamente positivi, per il primo evento siamo riusciti ancora una volta a entusiasmare la gente di Lerida facendo leva sulla emozionalità che poteva trasmettere la terra toscana con tutti i suoi riferimenti artistici e paessagistici, ottenendo una grande affluenza di pubblico.


carnevale
Giuseppe Carnevale.

7. Quali sono i suoi prossimi progetti?


Stiamo pensando con i miei artisti italiani, una presentazione a Palma di Maiorca che ho da poco visitato, e ho trovato immediatamente interesante per i contatti stabiliti con gallerie d'arte e entità pubbliche. Palma di Maiorca è una realtà importante sotto il profilo dell'arte contemporanea dovuta alla grande presenza di tedeschi che vivono nelle Isole Baleari e che quindi involontariamente hanno tramesso all'isola un concetto dell'arte molto avanguardista nei modi e nei gusti.

8. Ci può spiegare il suo progetto "Artestta"?

Il nome "Artestta" nasce innazitutto dall'idea del amico Rafael Borlansa che volle utilizzare la parola "testa" in italiano come sede dove si crea l'arte, per l'appunto nella parte più alta di noi stessi, la testa, e quindi fu conseguenziale "Artestta". Il progetto "Artestta" vuole creare e generare un intercambio di esperienze artistice tra Lerida e Italia, e quindi promovere artisti leridesi in Italia e allo stesso tempo portare a Lerida nuove esposizioni di artisti italiani.
La finalità del progetto è quella di creare eventi d'arte in generale come gli stessi, concorsi di pittura che reppresentano sempre un momento di aggregazione e chiaramente di competizione.

9. Quali sono i suoi riferimenti nel mondo dell'arte?

I miei riferimenti da sempre sono stati artisti come il Caravaggio (Michelangelo Merisi) e per l'epoca dell'impressionismo francese, Monet, Renoir

10. Infine, qualche consiglio per i giovani che vogliono iniziarsi professionalmente in qualsiasi disciplina artistica.

Credere nella proprian idea, con un pizzico di arroganza anche a volte imponendo le proprie idee, senza paura di differenziarsi dagli altri; la differenza crea un cambio nelle cose.

Grazie mille, Giuseppe, e buona fortuna per i suoi prossimi progetti. Li aspetto ad una prossima intervista.

lunes, 25 de noviembre de 2013

"El Príncipe", de Niccolò Machiavelli (Parte IV)

príncipe
Machiavelli escribe esta obra y aconseja constantemente al futuro príncipe haciendo uso de multitud de ejemplos. Estos provienen de la historia real acontecida y, de entre las fuentes ejemplificadoras, destacan los ejemplos de la historia romana y de la historia turca. Este recurso a la antigüedad era característico del Renacimiento. Pero debemos destacar que Maquiavelo amplió su validez al campo de la gestión política. Maquiavelo inició o ideó una teoría de la gestión política (que podemos encontrar a lo largo de los diferentes capítulos de El Príncipe) que pretendía explicar la situación italiana (y, sobre todo, de Florencia) en su época coetánea.

Hemos visto cómo las clases de principados, los modos de conquistarlos, la manera de gobernarlos así como de mantenerlos, resumen este libro. Debemos destacar algunos temas importantes como los que aparecen en los siguientes capítulos:

Capítulo V.- En este episodio se narra cómo se administran las ciudades por parte del príncipe.

Capítulo XV.- Explica cuándo un hombre puede ser loado o vituperado. Para Maquiavelo era muy importante la relación del mandatario con sus súbditos. El respeto al príncipe era fundamental para el autor y, cuando un gobernante perdía este respeto por parte de sus “inferiores”, era señal evidente de que había fracasado y de que muy pronto su gobierno cedería.

Capítulo XXVI.- En este último capítulo, Nicolás Maquiavelo hace una exhortación al príncipe (que, en la realidad, sería Lorenzo, de la familia de los Medici) a que capitanee toda Italia (la unidad italiana llegará mucho más tarde, en 1860) y consiga situarla en la vanguardia.

En definitiva, Maquiavelo explica lo que se debe hacer por lo que dicen los resultados, tanto de su experiencia personal, de la de alrededor como la del pasado. Se deben conocer los hechos pasados para ser precavidos porque posiblemente volverán a pasar. El autor deseó escribir una obra unitaria a modo de guía práctica para el príncipe de Florencia Lorenzo dei Medici así como para intentar su acercamiento hacia los propio Medici. Inicialmente lo había dirigido a Giuliano, pero este murió y Maquiavelo lo dirigió, como hemos mencionado, a Lorenzo. Además, esta obra fue un regalo para Carlos V. posibilidad que se deberá tener muy en cuenta.

lorenzo il magnifico
Lorenzo il Magnifico
Autor: Bronzino (Agnolo di Cosimo) (1503-1572)

lunes, 18 de noviembre de 2013

Pinceladas Templarias (8), por Jesús Martínez



Un derecho de los caballeros templarios iniciados

Cada caballero tenía derecho a 2 caballos y a 10 hombres a su alrededor, a pie o a caballo. De tal manera que, algunas veces, cuando se dice que "había 100 templarios", deberemos multiplicar por 10 aquella cantidad, resultando que había 1.000 templarios.

El cristianismo en El Temple

Es un tema extensísimo. Aunque no hemos comentado este particular del "Cristianismo templario", los templarios tenían un lema y grito de batalla muy elocuente.

Lema de El Temple y grito de batalla

Cuando los ejércitos templarios se disponían a atacar, gritaban su lema como grito de batalla:

NON NOBIS, DOMINE, NON NOBIS, SED NOMINI TUO DA GLORIAM.
(NO PARA NOSOTROS, OH SEÑOR, NO PARA NOSOTROS, SINO A TU NOMBRE DA GLORIA).

El estandarte. Parentescos de Baluduino II

Acto seguido, el maestre que mandaba las tropas, gritaba:

¡OH BAUSSANT…! (Besant en francés, pues francesa era la Orden de El Temple).

Entonces se elevaba el estandarte o pendón de grandes dimensiones (al que algunos autores también llaman Gonfalón), y comenzaba la batalla.

El estandarte vertical era mitad blanco en la parte superior, y mitad negro en la parte inferior. En el centro portaba la Cruz Templaria en rojo. O también en blanco y negro. La mitad negra en la parte superior blanca y mitad blanca en la parte inferior negra. Era también la divisa (de "divisar" desde lejos cada ejército o mesnada de cada rey, de cada señor u Orden militar). Eran los colores negro de su hábito y blanco de sus capas. Por eso les llamaron con temor y respeto "Los Caballeros de la capa blanca”. Aunque su nombre original, cuando fueron por primera vez a Jerusalén para entrevistarse con el rey Balduino II (cuya esposa, según algunas fuentes, era hermana del rey de Francia y primo de Eustaquio de Boulogne, Godofredo de Bouillón y Balduino de Boulogne), se llamaban "Pobres Conmilitones de Cristo". Cuando ocuparon las caballerizas del templo de Salomón, con el aparente motivo de defender el susodicho templo, les adjudicaron el nombre de Templarios. Y con este nombre fundaron la Orden de El Temple (El Templo).

(Nota. Ya advertí de lo difícil que es centrarse en un solo concepto o tema sin la necesidad de tocar otros, como ocurre ahora con los parentescos del rey Balduino II que, como se ve, estaba muy ligado a la corte francesa).

(En otra ocasión comentaremos lo que realmente buscaban los templarios en el Templo de Salomón cedido misteriosamente por Balduino II).

A la mencionada entrevista con Balduino II solamente fueron tres caballeros, los demás aún no habían sido incorporados. Posiblemente, como he apuntado, antes se había entrevistado en solitario Hugo de Payns. E incluso con Balduino I.

El estandarte era, además, símbolo de la dualidad como lo era su sello, dos jinetes sobre un mismo caballo (caballa-cabal–la).

Autor: Jesús Martínez


miércoles, 13 de noviembre de 2013

50.000 visitas, 50.000 gracias

carrera

Estimados lectores:

¡Hemos superado las 50.000 visitas! Sin duda alguna, estamos ante una cifra importante y quiero compartir con todos vosotros mi satisfacción, una satisfacción que estoy seguro todos compartimos. Este blog, sin vosotros, no tendría demasiado sentido. Es muy importante vuestra participación, vuestras lecturas, vuestros comentarios, vuestra activa participación en las encuestas, la colaboración de varios autores, vuestro entusiasmo y vuestro tiempo.

Hemos alcanzado una cifra simbólica pero espero que, con vuestra ayuda, alcancemos muchas más cifras y muchos más artículos. Es importante conocer vuestras opiniones y vuestras preferencias y, por ello, os animo a todos que dejéis vuestros comentarios y sugerencias en las entradas del blog o que me hagáis llegar vuestras ideas a través del correo electrónico.

Sin nada más que añadir, os mando un fuerte abrazo y mi más sincera gratitud a todos los que estáis al otro lado de la pantalla en cualquier punto del planeta.


Héctor Castro Ariño: Animales de granja (5) - Post nº. 50
Récord: Más de 1.000 visitas en un mes
Gracias a todos. ¡Récord de visitas!
¡Estamos de celebración!
¡Felicidades: 100 artículos y 20.000 visitas!
Juntos... ¡mejor!
¡Impresionante!: Más de 3.500 visitas en abril
¡Más de 100.000 visitas!
¡Feliz Año Nuevo y Feliz Nuevo Récord!
¡7.362 gracias!
Mayo florido
¡Más de 10.000 visitas en un solo mes!
¡Seguimos creciendo!
En abril, 'visitas' mil

martes, 5 de noviembre de 2013

"El Príncipe", de Niccolò Machiavelli (Parte III)

nicolás maquiavelo
Nicolás Maquiavelo

Para mantener un Estado son necesarias, según Maquiavelo, las virtudes cívicas y algunas instituciones –la religión, las leyes, y el ejército principalmente-. En este contexto, religión se refiere a un hecho social o a una sociedad que mediante una fe colectiva se vea obligada a respetar la palabra y al Estado. El Estado es la única institución capaz de garantizar una vida civilizada. En este sentido, la moral acontece como una importante característica. En las páginas centrales del libro es donde encontramos las fundamentales para entender cómo ciertos actos buenos, para la moral de la sociedad, realizados por un individuo dañan al Estado  y a la propia comunidad, y cómo determinados actos malos, según la moral colectiva, acontecidos por ese mismo individuo, pasan a buenas acciones en política y benefician al Estado y a la sociedad.[1]

príncipe


Nicolás Maquiavelo indica que todo príncipe debe tener un secretario leal y, además, este debe ser inteligente y ponderado. Este secretario deberá aconsejar en todo momento a su príncipe. También es importante destacar los tres tipos de príncipes que el autor diferencia en las páginas de esta clásica obra humanista:

1.    Príncipes muy inteligentes y muy capaces.

2.   Príncipes que son menos inteligentes (que los primeros) pero que son capaces de escoger a sus secretarios y darles poder.

3.  Príncipes estúpidos que no son capaces ni de gobernar ni de dar el gobierno a otros que gobiernen en la sombra.

Entre los consejos que el autor da al futuro príncipe destacamos uno muy importante –como el propio Maquiavelo señala-: un príncipe no debe ser nunca odiado por el pueblo. Un gobernante debe ser capaz de mantener su autoridad sobre la corte pero también sobre el pueblo, pero nunca debe ser odiado por ninguno de los dos. De no ser así, los días de su mandato están contados. En este aspecto es donde la pregunta en torno a si un príncipe debe ser cruel o piadoso centra todos los pensamientos. Según Maquiavelo, realmente un príncipe debe ser cruel en una medida de la que no debe bajar, pero tampoco traspasar. Todo gobernante debe mantener siempre intacta su autoridad, pero como anteriormente se ha mencionado, no debe traspasar los límites de la opinión del pueblo. Si entremezclamos ahora los aspectos de crueldad y conquista mediante las armas, el autor señala que, una vez conseguido el poder, el gobernante debe eliminar a todos sus oponentes. Esta medida, considerada necesaria por Maquiavelo, la justifica indicando que, de no ser así, estos oponentes serán una constante amenaza para el gobernante y para su gobierno y, a la larga, las posibilidades de que estos se subleven e intenten un asalto al poder mediante revoluciones será una posibilidad que se deberá tener muy en cuenta.


[1] Comp. Petronio, Giuseppe, Historia de la Literatura Italiana, Ed. Cátedra, 1990; pág. 308.


martes, 29 de octubre de 2013

Pinceladas Templarias (7), por Jesús Martínez

ermita eunate
Ermita de Santa María de Eunate
Autor Fotografía: Turismo en Fotos

Las construcciones templarias

Por otro lado, las constituciones templarias eran octogonales y, en muchas ocasiones, guardaban también esta relación de los 40 grados.

Algunas construcciones octogonales templarias

Drüggelte, Bonn y Kobem, en Alemania; Laon, Metz, Montmorillón y París, en Francia; Eunate, Torres del Río, Soria, Zaragoza, Segovia y Montsacro de Morcín, en España; Tomar, en Portugal; Pisa, Bolonia, Torcello y Barletta, en Italia; Londres, Northampton, Bristol y Garway, en Inglaterra.

Mientras esperamos a comentar el tema de "los templarios en Zaragoza", quiero insertar la siguiente curiosidad.

La Virgen del Pilar

Hace algunas décadas, cuando yo investigaba estos temas, en la calle de El Temple de Zaragoza, transversal a la calle Contamina, bocacalle esta de la calle Alfonso, creo que a la altura del número 10, había una casa con muchos balcones, como si hubiera sido un hotel o similar. Estaba constituida sobre lo que fue una iglesia octogonal réplica de la Mezquita de La Roca en Jerusalén. Allí, custodiada por los templarios, estaba N.ª S.ª La Mayor. Enfrente hay una iglesia construida sobre la casa-palacio de esta Orden. En la provincia de Zaragoza tenía varias encomiendas. De esta iglesia réplica de la Mezquita de La Roca, solamente queda la réplica de la iglesia de Tomar en Portugal. Cuando se disolvió El Temple, se demolió la iglesia y la casa de los templarios. Pero la imagen negra de N.ª S.ª La Mayor se colocó sobre la columna que trajeron los ángeles en la aparición de la Virgen al apóstol Santiago. Al principio fue una pequeña ermita que, con el correr de los años, se convirtió en la actual Basílica de El Pilar. (En otra ocasión comentaremos el tema de "las Vírgenes negras y morenas (como N.ª S.ª del Pilar o N.ª S.ª de Monserrat)" y su relación con los templarios.

Hay una ermita que está construida sobre los parámetros de la iglesia de Tomar y la existente en la calle de El Temple de Zaragoza, aunque no es igual. Se trata de la ermita de N.ª S.ª de Eunate, en Navarra. De esta ermita existe una tradición curiosa. Los templarios encargaron la constitución a cierto maestro constructor. Pero cayó enfermo y encargaron la constitución a otro maestro. Cuando el primero volvió, encontró la construcción hecha. Se enfadó mucho y en un pueblo que está solo a dos kilómetros, llamado Obanos, construyó otra iglesia cuya fachada es exactamente igual a la de Eunate, pero como vista en un espejo. Será leyenda o no, la cuestión es que así se puede contemplar esta fachada en el mencionado pueblo de Obanos. Es una realidad fácilmente comprobable.

Esta ermita de Nuestra Señora de Eunate tiene un claustro exterior, especie de cobertizo, donde los templarios bailaban las “danzas solares”, de las que proceden las actuales procesiones.

Autor: Jesús Martínez


Pinceladas Templarias (1), por Jesús Martínez
Pinceladas Templarias (2), por Jesús Martínez
Pinceladas Templarias (3), por Jesús Martínez
Pinceladas Templarias (4), por Jesús Martínez
Pinceladas Templarias (5), por Jesús Martínez
Pinceladas Templarias (6), por Jesús Martínez
Pinceladas Templarias (8), por Jesús Martínez

martes, 22 de octubre de 2013

Mistium (6)

Mistium


Estimados lectores:
En octubre se ha publicado el número 6 de la Revista de Arte Multidisciplinar MISTIUM. En la revista encontraréis poesía, incluyendo poemas en Rima Jotabé, artículos literarios, críticas cinematográficas y artísticas, fotografía, relatos, entrevistas, pintura, noticias y novedades culturales, etc.

La revista la podéis leer y/o descargar a través de la web oficial de la Asociación de Arte Multidisciplinar MISTIUM  o a través de Facebook.

En este ejemplar, mi participación se ciñe a una reseña sobre las Apuntaciones sueltas de Inglaterra, de Leandro Fernández de Moratín, y a una entrevista al cineasta Pablo Moreno, director de “Un Dios prohibido”.

Deseo que disfrutéis de su lectura.


martes, 15 de octubre de 2013

“El Príncipe”, de Niccolò Machiavelli (Parte II)

príncipe maquiavelo
Como hemos mencionado con anterioridad, en esta obra se definen los distintos sistemas de gobierno, pero también se explican las razones por las cuales se puede obtener el placer. Estas razones se pueden dividir en dos grandes grupos:

1.     Por las ARMAS

·        Propias
·        Foráneas

2.     Por la FORTUNA o
                  por la VIRTU

Según Maquiavelo, la mejor manera de obtener el poder es mediante la virtud del aspirante. Un príncipe debe tener diversas cualidades entre las que destacan la inteligencia, la perspicacia, la ponderación, la valentía, la autoridad y la “crueldad necesaria”. La fortuna es algo que, en muchas ocasiones, va ligado a la virtud. “Fortuna” es un término que indica lo que es ajeno a la voluntad del hombre y a la propia previsión de este. El azar puede destruir la obra de un ilustre gobernante por muy previsor que este fuera. La virtud del mandatario, que no es sino su propia capacidad o validez individual para gobernar, debe unirse al momento histórico para conseguir la realización de las acciones de un modo notablemente satisfactorio. Si alguien conjuga estos dos aspectos será recordado como alguien grande e importante. Maquiavelo no da excesiva trascendencia a la fortuna y al azar, ya que indica que todo hombre debe estar preparado y prevenido para acontecimientos negativos que actúen sin previo aviso. Aun reconociendo que en algunas ocasiones la mala fortuna puede arruinar un gran proyecto, debemos entender que en la mayor parte de los casos esta es solo una adversidad que el hombre “grande” debe de solventar. Dentro de la fortuna también encontramos la buena fortuna, la cual también nos puede llevar al poder con un válido comportamiento y con una madurez y una inteligencia lo suficientemente desarrolladas y trabajadas.

nicolás maquiavelo
Nicolás Maquiavelo

Maquiavelo también autoriza en muchas situaciones el uso de la fuerza para conquistar el poder. Aconseja utilizar ejércitos propios, porque la historia ha demostrado que en demasiadas ocasiones ejércitos mercenarios acaban traicionando a quien les paga. Aun así, justifica el uso de ejércitos foráneos si la situación así lo exige. Durante el Renacimiento, los ejércitos estaban compuestos por mercenarios en la mayoría de los casos.



lunes, 7 de octubre de 2013

Presentación de la novela "El Escrito de Dios" en Altorricón

éctor castro ariño
Francisco Javier Tostado Fernández, autor del libro,  y Héctor Castro Ariño,
presidente de la Asociació Cultural Lliterana "Lo Timó"

Este pasado viernes 4 de octubre de 2013 tuvo lugar la presentación de la novela El Escrito de Dios, de Francisco Javier Tostado, en la localidad literana de Altorricón (Huesca). El acto estuvo organizado por la Asociació Cultural Lliterana "Lo Timó" y el público asistente pudo disfrutar de una velada literaria muy interesante, gracias a las explicaciones del autor, las cuales fueron acompañadas de más de 60 diapositivas que repasaron la historia de los siglos I a. C.- I d. C., siglo XIV y siglo XXI.

El argumento se basa en la hipótesis de que Jesucristo hubiera podido dejar un documento escrito. A partir de ahí la intriga, una narración ágil y fluida y multitud de anécdotas completan una trama original y muy interesante.

francisco javier tostado
Francisco Javier Tostado destacó el "rigor científico con el que ha enfocado su narración" y añadió estar "muy contento de haber vuelto al Alto Aragón a presentar su segunda novela".

Por su parte, Héctor Castro Ariño, presidente de Lo Timó, destacó la "labor cultural que estamos realizando desde la asociación y que cada vez está llegando a más gente".


Monzón también presenta la novela

El Escrito de Dios
El sábado pasado día 5 de octubre el turno fue para Monzón, donde también se presentó el libro de Francisco Tostado.

En esta ocasión, la organización de la presentación literaria corrió a cargo de la Asociación Recreativa Cultural Montisonense Santa Bárbara y de su presidenta, Pilar Sartier.

Francisco Javier Tostado Fernández es un médico ginecólogo barcelonés que, en la actualidad, está cursando el Grado de Historia.

Su primera novela fue Lucius Cassius, el médico esclavo, obra que tuvo un gran éxito. El Escrito de Dios es una segunda parte de Lucius Cassius pero con la particularidad de que se puede leer sin haber leído la primera parte, ya que son dos obras independientes aunque la segunda tiene como personaje conductor a Marcus Cassius, hijo de Lucius. A este respecto, Héctor Castro añadió que "Marcus Cassius es el nexo de unión entre ambas historias" y señaló " que "uno de los pasajes que tiene como protagonistas a Marcus y a Jesús me impactó y emocionó mucho y creo que la sensibilidad con que se narra ese momento puede también impactar a los demás lectores".

Según el autor, no habrá trilogía aunque sí puede haber más producción literaria, algo que le "apasiona" según confesó en ambas presentaciones.      

Prensa 
La Litera Información
El Digital de Asturias
Radio Huesca
Diario del AltoAragón
Francisco Javier Tostado
La Litera Información
Ronda Somontano

Otros enlaces
Entrevista II al novelista Francisco Javier Tostado Fernández
"El Escrito de Dios" (Segunda novela histórica de Francisco Javier Tostado Fernández)
Blog de Francisco Javier Tostado. El Escrito de Dios

Presentación literaria
"Lucius Cassius, el médico esclavo", de Francisco Javier Tostado Fernández
Entrevista al escritor Francisco Tostado
"Lucius Cassius" llega a Altorricón y a Monzón